Per l’omonimo impianto fra Agosta, Marano e Arsoli opere da 120 milioni
C’è del “Marcio” in Acea Ato 2. Nessuna allusione a situazioni poco limpide, tutt’altro, perché l’acquedotto Marcio assicura da secoli acque chiarissime. Ma la citazione dell’Amleto di William Shakespeare è d’obbligo per l’ennesimo annuncio contenuto nel nuovo bilancio di sostenibilità dell’Acea Ato 2, secondo il quale entro la fine dell’anno sarà avviata la gara per il nuovo acquedotto nella Valle dell’Aniene, tra i Comuni di Agosta, Marano Equo ed Arsoli, di cui però si parla sin dal 2018. Ecco ora il nuovo cronoprogramma stilato dall’azienda: “Dalle sorgenti dell’Acqua Marcia, site nella media valle dell’Aniene, hanno origine due acquedotti paralleli, ovvero il I e II acquedotto Marcio, che adducono, da più di 100 anni, la portata delle sorgenti a Roma e a diversi comuni lungo il loro sviluppo (per una portata media complessiva di 3,5-5 m3/s). Il tracciato plano-altimetrico dei due acquedotti è gravato da alcune problematiche relative alla capacità di garantire un’idonea protezione igienico-sanitaria alla risorsa trasportata. Data, inoltre, la vetustà delle opere e la loro limitata flessibilità gestionale, si è avviato l’iter volto a realizzare interventi per rendere affidabile il sistema Marcio dal punto di vista della qualità della risorsa, della continuità e della flessibilità di esercizio, a beneficio della resilienza complessiva dell’approvvigionamento della Capitale. Nel 2019 sono stati individuati gli obiettivi dell’intervento con la redazione del QE, definite le specifiche progettuali con la redazione del Documento di Indirizzo della Progettazione e completata la redazione del Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali. Dopo un attento esame con l’analisi multicriteria, tra le tante possibili soluzioni, sono state individuate quattro ipotesi che saranno valutate, nell’ambito dell’analisi costi-benefici, dal Dipartimento di Management e Diritto dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Il completamento dell’iter progettuale e l’avvio di quello autorizzativo preliminare all’indizione della gara sono previsti nel 2020”.
2 ANNI DI RITARDI – Però, già nel 2018, Acea Ato 2 scrisse che “la realizzazione del nuovo acquedotto Marcio assume un’importanza prioritaria per evitare rischi rilevanti nell’approvvigionamento idrico dell’area metropolitana di Roma”. Due anni fa l’azienda di gestione del servizio idrico indicò una prima ipotesi progettuale, che parte dal “Comune di Marano Equo, presso le Sorgenti dell’Acqua Marcia” fino alla “Nuova Centrale idroelettrica di Tivoli, nei pressi di Quintiliolo”, per circa 24 chilometri “prevalentemente con scavo a cielo aperto, ultimo tratto in galleria, per una capacità di trasporto di 6mc/s diametro int. 2.50 m”. Le criticità del territorio indicate allora furono “Zona sorgenti: rischio sismico moderato, rischio frana. Tracciato acquedotto: scarsa protezione igienico – sanitaria a causa delle basse coperture e dell’antropizzazione del territorio, rischio sismico moderato, rischio alluvioni del fiume Aniene, possibile interferenza con falda idrica regionale; rischio frana in alcune zone del tracciato”. Mentre, per quanto riguarda il “Nodo di Tivoli: contesto geomorfologico caratterizzato da elevata acclività”. Mentre le grandi infrastrutture interferenti sono rappresentate dalle “Opere idroelettriche della Media Valle dell’Aniene (Centrali di Mandela e Castel Madama). Infrastrutture stradali SP Sublacense e Tiburtina ed autostradali (A24). Ferrovia Roma – Pescara”. Tempi previsti nel 2018 per la realizzazione erano “2 anni”, già superati, con una stima dell’importo per i lavori di “120 milioni di euro”. Finalità del progetto indicate allora da Acea Ato 2: “messa in sicurezza degli acquedotti esistenti; trasporto a Tivoli dell’intera portata di concessione (7 mc/s)”.