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ALTRI 2 MORTI NELL’ASL ROMA 5 (+19 POSITIVI: 443 I CONTAGIATI)

ALTRI 2 MORTI NELL’ASL ROMA 5 (+19 POSITIVI: 443 I CONTAGIATI) PROPOSTA DI LEGGE PER GLI OSPEDALI MONTANI: BELLEGRA E’ IL 15° COMUNE A FAVORE (SUBIACO ANCORA NON CONVOCA IL CONSIGLIO)

“Asl Roma 5: 19 nuovi casi positivi. 1 paziente è guarito, il primo al Covid Hospital di Palestrina: un uomo di 57 anni entrato il 15 Marzo con polmonite covid, affetto da cardiopatia ischemica e diabete di tipo 2. Ha effettuato ossigenoterapia con casco Cpap. Torna a casa accompagnato dalla moglie. 2 pazienti sono deceduti. 2190 persone sono uscite dall’isolamento domiciliare”. Salgono così a 443 i positivi al coronavirus nei 70 Comuni dell’Asl Roma 5, compreso “il nuovo caso di positività al Covid-19 a Tivoli. Si tratta di una persona ricoverata all’ospedale Spallanzani di Roma (31 le persone positive dall’inizio dell’emergenza, se si considerano anche le tre persone purtroppo decedute nel corso delle passate settimane; 5 le persone guarite dall’inizio dell’emergenza. Il dato dei casi positivi, dunque, oggi è di 23 persone” scrive il Comune di Tivoli. L’ASSISTENZA PSICOLOGICA DELL’ASL ROMA 5 – “In questo momento, per ridurre lo stress legato all’emergenza COVID-19 la ASL Roma 5 ha avviato un progetto di supporto psicologico h24, attivo 7 giorni su 7 a cura del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche creando uno spazio di ascolto e di sostegno rivolto a chi ne fa richiesta e individuare il miglior percorso di sostegno possibile. Chiunque ne sentisse l’esigenza può chiamare tutti i giorni, a qualsiasi ora del giorno e della notte, i numeri: 3356251826 0774 775151 per parlare, confrontarsi, chiedere sostegno. Si può anche scrivere a: urp.dipartimento.salutementale@aslroma5.it BELLEGRA IL 15° COMUNE A FAVORE DELLA LEGGE SUGLI OSPEDALI MONTANI – Con la delibera “Attribuzione della qualifica di Ospedale Montano all’Ospedale “A. Angelucci” di Subiaco”, approvata oggi dal Comune di Bellegra, salgono a 15 i municipi della Valle dell’Aniene che chiedono al Consiglio regionale la ripresa dell’iter legislativo della norma cancellata nel 2010 dalla Corte Costituzionale a causa del commissariamento della sanità laziale. La proposta, lanciata da “L’Aniene” il 4 febbraio scorso davanti alla Commissione Sanità della X Comunità Montana, è stata già deliberata dai Comuni di Affile, Agosta, Arcinazzo Romano, Canterano, Cervara di Roma, Cineto Romano, Jenne, Licenza, Marano Equo, Olevano Romano, Rocca Canterano, Roiate, Roviano e Vallepietra. Solo la maggioranza del Comune di Subiaco continua a dire no, nascondendosi dietro un pretestuoso e falso ostacolo: “Oggi le tipologie di ospedale sul territorio nazionale sono disciplinate da un decreto ministeriale (d.m. 70) avente forza di legge. Per fare in modo che l’ospedale possa essere classificato come tale va cambiato quel d.m. di pertinenza del ministero alla Sanità. La Regione non può legiferare su ambiti dove c’è una legge statale”. Lo Zinga-boyscout Pelliccia, invece di sostituirsi alla Regione e al Governo rispondendo No a quanto richiesto dai suoi stessi colleghi sindaci, si ripassi la promessa scout che conosce fin da bambino (“Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio: per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese; per aiutare gli altri in ogni circostanza; per osservare la legge scout”) e decida di seguire gli altri 15 Comuni, deliberando a favore di questa sacrosanta richiesta. Perché anche qui basta “osservare la legge”, ma non degli scout: quella italiana. E proprio lo stesso Decreto Ministeriale 70, quello che Pelliccia ora usa impropriamente per giustificare il suo incredibile No da oltre 2 mesi. Il Decreto 70, al punto “9.2.1 Ospedale sede di Pronto Soccorso”, sostiene infatti che: “Può essere prevista la funzione di Pronto soccorso, come descritta, in presidi ospedalieri di aree disagiate (zone montane, isole) anche con un numero di abitanti di riferimento inferiore ad 80.000”. Il Decreto Ministeriale 70, quindi, già contempla la possibilità di concedere “la funzione di Pronto Soccorso” all’ospedale di Subiaco, ma lo deve fare la Regione, competente in materia di Sanità secondo il Titolo V della Costituzione. Però questa opportunità non è stata sfruttata da Zingaretti nel 2014 (quando declassò l’Angelucci a “Presidio di zona particolarmente disagiata”, togliendogli la precedente classificazione di “sede di Pronto Soccorso” che ha sempre avuto), e Pelliccia non ha mai osato chiederne conto al governatore. Per questo motivo “L’Aniene” sollecita la riapprovazione della legge sugli ospedali montani: per ottenere quella deroga finora mai concessa motu proprio dal presidente-commissario Zingaretti. Se Pelliccia non gradisce questa legge, che pure nel 2009 tutto il Consiglio regionale volle come norma salvatagli, abbia allora il coraggio di chiedere alla Regione ciò che il presidente non ha voluto concedere in questi 6 anni, negando la classificazione di sede di Pronto Soccorso all’Angelucci, che era già possibile mantenere nel 2014 con lo stesso Decreto Ministeriale 70. Oppure abbia il coraggio di pretendere da Zingaretti ciò che il governatore ha concesso 5 anni fa all’ospedale di Bracciano, quando lo unificò con Civitavecchia proprio per far superare quella soglia degli 80 mila abitanti indicata dal Decreto 70 (anche il distretto di Bracciano, come quello di Subiaco, è sotto quella soglia degli 80 mila residenti: ne ha 56.300). E lo fece firmando un nuovo decreto ad hoc che non deriva da nessuna sentenza del Tar (dopo la prima sospensiva ottenuta, infatti, i Comuni del Braccianese, che al contrario di quelli della Valle dell’Aniene fecero ricorso al Tribunale amministrativo, vennero invitati da Zingaretti a ritirarlo prima dell’udienza di merito, però in cambio di un nuovo decreto: il 197 del 21 maggio 2015). Con quel Decreto Zingaretti fece “rimodulare l’offerta ospedaliera della ASL Roma F, in un Polo Ospedaliero Unificato (non contemplato dal Decreto Ministeriale 70, ndr) Civitavecchia-Bracciano, assegnando allo stabilimento di Bracciano, a seguito dell’incremento dei posti letto di area chirurgica, la funzione di Ospedale sede di Pronto Soccorso; e di rimodulare l’offerta di posti letto assegnando allo Stabilimento di Bracciano 57 posti letto”. Sulla scorta di questo precedente Civitavecchia-Bracciano, nella Valle dell’Aniene da 5 anni la Regione avrebbe potuto costituire il Polo Ospedaliero Unificato Tivoli-Subiaco, riassegnando la classificazione originaria di ospedale sede di Pronto Soccorso all’Angelucci, i posti letto tagliati dall’infausto duo Polverini-Zingaretti e un reparto salvavita come la Terapia Intensiva che (solo oggi) tutti chiedono, ma senza prima reclamare la conditio sine qua non della cancellazione di quel declassamento subito nel 2014, che resta la condizione indispensabile per il raggiungimento del ripristino di quel reparto. In questi 5 anni nessuno lo ha neanche mai chiesto o, men che meno, protestato per la disparità di trattamento subita, avviando l’Angelucci verso una morte annunciata (già ora è l’ospedale più piccolo del Lazio con i suoi 25 posti letto per acuti attivi). Dopodomani è Pasqua: anche l’ospedale di Subiaco avrebbe diritto ad una sua “resurrezione”…

 

Antonio Sbraga – L’AnienE-News n° 31 – 10/04/2020

 

 

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