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Tivoli, studenti in piazza per dare una “spallata” al Liceo Spallanzani “senza palestra e biblioteca”

A Tivoli sono scesi in piazza per dare una “spallata” allo Spallanzani attuale: un liceo senza palestra, resa inagibile dalle infiltrazioni d’acqua, e privata anche della biblioteca, trasformata in un’aula. “Gli studenti del biennio per fare lezione di educazione fisica sono costretti a pagare una quota annua (120 euro) per un corso di nuoto, mentre negli anni passati si poteva scegliere tra nuoto e atletica”, hanno scritto nel loro cahier de doleances, che punta l’indice contro l’ex Provincia. La Città Metropolitana di Roma capitale per cercare di far tornare in forma le vecchie palestre sta intanto caricando gli oneri della “preparazione” sulle associazioni sportive che ottengono la gestione delle strutture sportive oltre l’orario scolastico. Perché “l’Amministrazione non dispone di fondi per la realizzazione degli interventi di ristrutturazione- scrive l’ex Provincia- e quindi, allo stato attuale, l’affidamento in concessione è l’unica soluzione che consente di soddisfare l’interesse pubblico” di rendere fruibili le strutture, assegnandole in gestione a quelle associazioni sportive che si faranno carico dei lavori. Palazzo Valentini è partita da 3 istituti romani: il Turistico “Livia Bottardi” di Via Petiti, “mediante ristrutturazione della palestra e annessi spogliatoi, con investimento a totale cura, rischio e spese del concessionario”, così come per il Liceo “Kennedy” di Via Fabrizi e per l’“Armellini” di Largo Piccardi. Perché, anche “per il 2020, la situazione economico-patrimoniale della Città metropolitana di Roma peggiorerà drasticamente. La riforma Delrio e i tagli lineari hanno prodotto una progressiva riduzione di risorse, indebolendo la capacità finanziaria dell’Ente. Quest’anno-  spiega la sindaca metropolitana, Virginia Raggi- è previsto un deficit fino a 30 milioni di euro, che finirà per ripercuotersi inevitabilmente sull’equilibrio di bilancio e su servizi fondamentali come i circa 300 istituti scolastici superiori di competenza”. Per i quali lo scorso anno era stato presentato un conto per interventi di manutenzione straordinaria pari a 864 milioni di euro, ma l’ente dispone di appena il 3,5% del fabbisogno: 30 milioni di euro (e pure divisi in 3 rate annuali). Il Dipartimento dell’Edilizia Scolastica aveva chiesto 364 milioni di euro per gli edifici, ma per l’amministrazione metropolitana “le risorse ad oggi disponibili non sono in grado di soddisfare tale richiesta che appare, peraltro, non sostenibile dal punto di vista tecnico ed organizzativo”. Ed ha quindi potuto stilare solo “interventi programmati per spese di investimento finanziati col ricorso al debito e con le risorse disponibili”.