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Tivoli, l’addio a Vincenzo Mancini: da garzone a titolare di 140 negozi

Tivoli ha salutato lunedì 8 l’imprenditore Vincenzo Mancini, fondatore della catena di negozi sportivi “Cisalfa”. Oltre cinquecento persone hanno partecipato alle esequie nella chiesa di San Francesco, in Piazza Trento, che non è riuscita ad accogliere tutti i fedeli. L’imprenditore lascia la moglie Patrizia, i figli Simone e Benedetta, i nipoti Simeone, Mia e Bianca e i fratelli Lorenzo, Maurizio, Roberto, Elena e Maria Rita. Ma l’ultimo saluto all’imprenditore 64enne è campeggiato sulle pagine a pagamento dei principali quotidiani italiani: “Ciao Vincenzo!”. A firmarla la famiglia Mancini, Cisalfa Sport, Intersport Italia, Falis 2014 e Immagine Quattro. “Pensavamo tu fossi invincibile. Lo eri nell’amore per la famiglia e il lavoro. Ci hai lasciato troppo presto”, gli hanno scritto i familiari in un necrologio a parte. Cisalfa, una catena di negozi che lui ha fondato e fatto crescere, fino a separarsene nel 2006. Ma solo per un breve periodo: rimasto azionista con la sua famiglia nella società, di lì a poco ne ha riprese le redini per cercare di portarla fuori dalle secche della crisi economica. Senza tagliare posti di lavoro, rilanciando gli affari e puntando sull’e-commerce e lo sviluppo digitale. Cisalfa Sport vuol dire circa 2.500 tra dipendenti e collaboratori, 140 negozi concentrati tutti in Italia nelle location più strategiche del Belpaese, distribuisce i brand più gettonati dell’universo sport (tra cui Nike, Adidas e Puma) e ne produce in conto terzi altri noti agli sportivi come Ellesse, Mistral, Fila, Arena e via dicendo. A Cisalfa fa capo anche il marchio proprio Best Company e nel tempo il percorso di crescita è passato attraverso l’acquisizione di insegne come Germani, Longoni Sport, Este Sport e Milanesio. Ma Mancini iniziò a lavorare in tutt’altro campo: “prendemmo una pizzeria a taglio a Tivoli: ci lavorava tutta la famiglia. Era il 1971. Per arrotondare, aiutavo un amico che aveva un negozio di articoli sportivi a Tivoli. Ero il commesso. Montavo attacchi per gli sci: 250 lire al paio- raccontò lo stesso Mancini in un’intervista a “Il Messaggero”- Nel 1974, con la famiglia, comprammo il negozio dove montavo gli attacchi. Nel ’77, con Carlo La Caita, ne fondammo un altro, sempre a Tivoli: quattrocento metri quadrati, il “Caiman Sport Center”, dai nostri cognomi: La Caita e Mancini. Non ero più il ragazzo di bottega. Nell”80 liquidai il socio. Volevo un negozio a Roma e lo volevo grande. Comprai “Fabbi Sport” in via Monte Cervialto. Ai titolari non rendeva e ai concorrenti pareva impossibile che uno di Tivoli, delle “montagne”, avesse successo. Mi facevano guerra sui prezzi, sulla distribuzione. Lotta al coltello”.

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L'Aniene

Periodico d'informazione della Valle dell'Aniene