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La Regione lancia il tour “Il nome della Rosa”, però esclude Subiaco…

Dopo il successo della serie televisiva tratta dal bestseller di Umberto Eco molti spettatori sono andati a caccia delle atmosfere medievali e misteriose de “Il nome della rosa”. E così “sul portale turistico della Regione Lazio è possibile programmare un emozionante tour nel Lazio attraverso le tappe più affascinanti della fortunata serie tv. Un modo nuovo e interessante per promuovere il turismo nei tanti luoghi del Lazio dalle grandi potenzialità, ma ancora poco conosciuti al grande pubblico. Da Civita di Bagnoregio, al Castello di Rocchettine in Sabina, al Parco naturalistico archeologico di Vulci, alla faggeta vetusta dei monti Cimini, al bosco della Macchia Grande a Manziana, ai numerosi scorci sui Castelli Romani”, ha scritto la Regione, che però ha dimenticato l’Abbazia di Subiaco, vera fonte ispiratrice di Umberto Eco. Durante la Lectio Magistralis tenuta a Milano dal celebre scrittore nel 2015 sull’origine del primo libro italiano stampato in Italia, impresso nel monastero di Subiaco nel 1465, il grande semiologo svelò l’origine del suo capolavoro: la biblioteca nazionale del monastero sublacense di Santa Scolastica. “La prima idea del “Nome della Rosa” m’è venuta 40 anni prima nella Biblioteca di Santa Scolastica. Io avevo 16 anni, poi, tanti anni dopo, decidendomi a scrivere il romanzo “Il Nome della Rosa” mi è tornata alla mente questa figura, che però poteva essere un monaco davanti al leggio, con la piccola variazione che era interessante: che stramazzasse morto…”.

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L'Aniene

Periodico d'informazione della Valle dell'Aniene