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Cave, la crisi approda in Consiglio regionale: “Controlli tra Guidonia, Tivoli e siti abbandonati”

E’ approdata in Consiglio regionale la crisi del settore estrattivo. Lunedì 11 si terrà una nuova audizione sullo schema di deliberazione della Giunta regionale n. 34, concernente l'approvazione delle "Linee programmatiche per le azioni strategiche finalizzate al rilancio e alla riqualificazione del settore estrattivo". Secondo l'assessore regionale allo sviluppo economico, Gian Paolo Manzella, occorrono “un potenziamento del sistema dei controlli, l’individuazione dei principi per la riforma della normativa di settore e misure per il rafforzamento del presidio amministrativo in materia di cave”. Sul primo punto, “sono 270 i siti attivi e più di 400 quelli dismessi nel Lazio, questi ultimi da censire a breve- ha riferito Manzella- Ci sono contatti con l'Arpa ai fini del potenziamento del sistema dei controlli. Effettuati già 42 controlli a Guidonia, 12 a Tivoli e altri sei richiesti al di fuori di queste zone, tutti si sono svolti in collaborazione con le amministrazioni comunali e le imprese”. Salvaguardia dei giacimenti, economia circolare, semplificazioni del quadro normativo, promozione dell’attività estrattiva, collaborazione con le università, queste le priorità a proposito del secondo punto. Sul terzo, sarà creata una specifica unità per questo tipo di funzioni di controllo, oltre alla collaborazione con aziende specializzate sul controllo del territorio.
Al momento l'area in questione, ha concluso Manzella, è composta da sole due unità. Dandini, del Centro di valorizzazione del travertino romano, ha affermato invece che la sua associazione tende a tutelare la specificità della pietra tipica della zona di Guidonia, “specie rispetto alle
interpretazioni discutibili della normativa da parte delle autorità comunali che si sono avute in passato”. Ma per la Cgil manca “una visione di lungo periodo” e coraggio nell'individuare un “percorso di sviluppo per il travertino romano”. Di Francesco della Uil ha ricordato che “il settore
muove un fatturato di oltre 40 milioni di euro ma in questi anni c'è stato uno smantellamento della filiera produttiva”. Il sindaco di Guidonia Montecelio, Michel Barbet, ha ricordato come “il numero delle ditte impegnate nell’attività sia diminuito nel totale”, ha citato i controlli effettuati
nel 2018 e detto che “il territorio è esposto a rischi da questa attività: geologico, come emerge da uno studio, e da inquinamento, insito soprattutto nel trasporto di materiale sul sito da altri luoghi.
Molte cave sono state abbandonate senza recupero a beneficio del territorio”. Occorre un “marchio unico di qualità e provenienza” attraverso una modifica normativa che imponga la lavorazione in loco del travertino romano, ha proposto il sindaco.