Un doppio “ricatto” corre sull’A24: la società concessionaria contro il Governo (“un nuovo Piano Finanziario per bloccare i rincari”) e il ministro Toninelli contro i sindaci che protestano contro Ministero e Gruppo Toto (“protestando contro il Governo si aiuta e si fa il gioco unicamente di Strada dei Parchi”). Così, tra i due litiganti, il terzo (l’automobilista) paga: il caro-pedaggi dal 2019 rischia un doppio rincaro “del 25%”, come da mesi mette in guardia la Cgil del Lazio.
L’AVVERTIMENTO DI TOTO – Ma stavolta è direttamente la società concessionaria dell’autostrada a minacciare gli aumenti, innescando addirittura un beffardo conto alla rovescia: “restano 18 giorni per evitare nuovi aumenti”. Un avvertimento con tanto di “Appello al Governo: un nuovo Piano Finanziario per bloccare i rincari. Su decisione del Concessionario lo scorso autunno erano stati sospesi gli aumenti (12,9%) entrati in vigore il primo gennaio 2018 decisi dal precedente governo. Il primo gennaio aumenteranno i pedaggi autostradali in tutta Italia. Vale la pena di ricordare che, dall’ottobre scorso sino al 31 dicembre 2018 ed in modo autonomo, la Strada dei Parchi ha deciso di congelare gli aumenti scattati a gennaio scorso (12,89%) e decisi dal precedente governo. Aumenti sui quali lo Stato incassa il 57%. A partire dal primo gennaio prossimo tale sconto dunque cesserà e inoltre partiranno nuovi aumenti, come previsto dalla Convenzione vigente. Strada dei Parchi ritiene che i nuovi rincari possano essere scongiurati. Serve solo la buona volontà del governo, che si traduce nell’approvazione del nuovo Pef (Piano economico e finanziario) bloccato dal 2013, su cui la Società ha già manifestato la propria disponibilità per arrivare ad una definizione condivisa. Spetta al governo decidere. E in tal senso Strada dei Parchi ha chiesto un incontro urgente al MIT. Inizia il conto alla rovescia”.
LA REPLICA DI TONINELLI – Il ministro ha risposto al “concessionario che gestisce da anni le due arterie autostradali e che ha lucrato su un bene pubblico al fine di arricchirsi”. Toninelli assicura che sta “rinegoziando da mesi il Pef (Piano economico finanziario) con il concessionario Strada dei Parchi, Pef – ricordo – scaduto nel 2013 e in questi anni mai rinnovato dai Governi del Pd. E proprio nella discussione del nuovo Pef stiamo lavorando per evitare ulteriori sprechi e quei rincari sui pedaggi contro cui protestano i sindaci. Proprio a tal fine, l’ho già detto, sottoporremo la questione all’Europa. Ecco, alla luce di tutto ciò, voglio mandare un ultimo messaggio ai sindaci di Abruzzo e Lazio: più protestate, facendo campagna elettorale contro il Governo, più rendete difficile cambiare in meglio la situazione”.
LA RISPOSTA DEI SINDACI – I primi cittadini di Lazio e Abruzzo hanno manifestato giovedì 13 davanti al Senato e hanno risposto al ministro: “I Sindaci e gli Amministratori di Lazio e Abruzzo non sono sprovveduti non sono “strumentali o strumentalizzati”. Le nostre preoccupazioni sono fondate e ora confermate anche dal gestore. Solo il ministro che dice di averci accontentato in tutto ancora non se ne è accorto. A gennaio se nulla cambia avremo un rincaro di quasi il 20%, un vero e proprio salasso per gli utenti ed una ulteriore mazzata per i nostri territori. Sulla sicurezza i 192 milioni ancora fermi”.
LA CONTROREPLICA DI TOTO – “I toni del ministro Toninelli travalicano ampiamente i livelli istituzionali che caratterizzano (o dovrebbero caratterizzare) i rapporti fra governo e concessionario. Il ministro sa benissimo (o dovrebbe sapere) che senza l’elaborazione di un Pef degno di questo nome gli aumenti dei pedaggi scatteranno “per contratto”. E’ inutile che continui a sostenere che gli aumenti sono un libero arbitrio della “Strada dei Parchi”. Abbiamo sospeso, autonomamente, i rincari dei pedaggi decisi a gennaio quale disponibilità di buona volontà nei confronti degli utenti. Ma, senza la garanzia di flussi finanziari costanti e garantiti da un Piano economico e finanziario pluriennale, dovremo assolutamente ripristinarli. Ed il ministro lo sa.
Occorre ricordare al ministro, infine, che ogni 10 euro di pedaggi autostradali, lo Stato (cioè le casse del Ministero delle Infrastrutture) incassa 5,7 euro. Per farci capire da Toninelli, vuol dire oltre la metà. Il ministro questa estate ha fatto un’operazione importante di trasparenza. Ha tolto il Segreto di Stato sui bilanci e sui contratti di concessione autostradale. Così da questa estate è possibile vedere, proprio dal sito del Ministero, che Strada dei Parchi è l’unica concessionaria autostradale che in 15 anni di attività non ha mai distribuito utili ai propri azionisti. Che gli azionisti sono stati chiamati a sostenere le attività con aumenti di capitale di 200 milioni di euro. Hanno versato finora 1miliardo e 100 milioni allo Stato e verseranno altri 900 circa fino alla fine della concessione. E finora hanno generato 430 milioni di Iva. Dov’è l’arricchimento, ministro?”.