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Servizio idrico integrato, la Regione dice no all’autogestione dei Comuni inadempienti: “Devono rispondere entro il 15 dicembre”

La Regione ribadisce il proprio no ai “Comuni inadempienti: devono passare all’Ato 2”. Il 3 dicembre la Giunta regionale ha infatti comunicato alla Pisana la decisione di non concedere una moratoria “nei confronti dei comuni efficienti ricadenti in Ato 1 e Ato 2 che ancora non hanno trasferito il servizio al soggetto gestore d’ambito”. La decisione è stata presa dopo aver ascoltato la relazione dell’assessore regionale ai Lavori Pubblici e Tutela del Territorio, Mobilità, Mauro Alessandri, il quale – in sintesi – ha spiegato che la Giunta ha già fatto tutto quello che poteva fare rispetto ad alcuni impegni richiesti, mentre non può impegnarsi su questioni che riguardano altre istituzioni. L’assessore, infatti, ha ricordato che i comuni inadempienti rispetto alla legge nazionale hanno perso i ricorsi dinanzi al Tar e al Consiglio di Stato e che il Ministero dell’Ambiente ha più volte sollecitato la Regione Lazio a esercitare i poteri sostitutivi. A tal proposito, Alessandri ha distribuito ai consiglieri regionali l’ultima lettera del Ministero – del 16 novembre scorso – con la quale viene richiesto alla Regione di “relazionare sullo stato di attuazione del Servizio idrico integrato – si legge nella missiva – e sul persistere di eventuali impedimenti e criticità che ne ostacolino la piena operatività in tutti gli ambiti territoriali. Si richiede un riscontro entro il 15 dicembre p.v.”. I Comuni, dunque, devono obbligatoriamente aderire a un Ato. Anzi, “tale trasferimento era da attuare entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di quattro anni fa e, in caso contrario, imponeva alla Regione di esercitare i poteri sostitutivi. Nel frattempo – ha aggiunto Alessandri – ci sono stati anche due pronunciamenti della giustizia amministrativa che hanno respinto i ricorsi degli enti locali. Nonostante ciò, la Giunta regionale, con una delibera del maggio 2018, ha preso sei mesi di tempo per approfondire la questione, attraverso un tavolo istituzionale con gli enti locali”. L’assessore ha spiegato che a novembre la Giunta ha prorogato di altri sei mesi la “diffida” ai comuni, proprio per dare più tempo agli stessi di aderire al tavolo e, contestualmente, per verificare l’esito dell’iter legislativo nazionale, ma la risposta del Ministero è stata la lettera del 16 novembre. “Io non sono insensibile a questa risoluzione – ha concluso Alessandri – tant’è vero che la metà delle cose richieste le abbiamo già fatte. Ho detto ai comuni di scriverci per rappresentare con cura le loro ragioni, noi garantiamo un supplemento di riflessione e non eserciteremo immediatamente i poteri sostitutivi. Ma il tema resta ineludibile e non è nelle nostre potestà concedere una sospensiva ai comuni inadempienti perché il termine è fissato dal legislatore nazionale”.

LA RELAZIONE DI ATO 2 – Nel frattempo l’Ato 2 ha stilato una relazione per illustrare “nel dettaglio per ogni singola situazione le ragioni del mancato trasferimento dei servizi”. Ecco cosa indica per i Comuni della Valle dell’Aniene. Ci sono 8 Comuni “che hanno diritto alla autogestione dei propri servizi” grazie alla deroga prevista per i centri montani inferiori ai mille abitanti. Non hanno ceduto la gestione di alcun ramo del Servizio idrico integrato ad Acea Ato 2 Camerata Nuova, Cineto Romano, Filettino, Mandela, Percile, Riofreddo, Roccagiovine e Vallepietra. “Tutti questi Comuni hanno deliberato in Consiglio Comunale la volontà dell’amministrazione di mantenere la gestione dei servizi idrici in economia. La Conferenza dei Sindaci deve ancora formalizzare con apposita delibera la decisione dei suddetti 8 Comuni. Il Comune di Anticoli Corrado, nonostante abbia richiesto di avvalersi di questo diritto ai sensi dell’art. 148, non ne può godere poiché la depurazione del Comune è gestita da Acea Ato 2 S.p.A”. Poi ci sono i “Consigli Comunali che ad oggi non hanno ancora approvato la Convenzione di Gestione sono quelli dei Comuni di: Ardea, Cerreto Laziale, Filettino, Riofreddo e Roviano”.

INFRASTRUTTURE NON A NORMA – Secondo l’Ato 2 “i comuni di Canterano, Ciciliano, Colleferro, Gerano, Morlupo, Rignano Flaminio, Rocca Canterano e Valmontone, non hanno potuto trasferire il servizio di fognatura e/o di depurazione in quanto le relative infrastrutture non risultano a norma”. Mentre i “Comuni di Ardea, Capena, Cerreto Laziale, Civitella San Paolo, Labico, Ladispoli e Trevi nel Lazio non hanno trasferito il servizio di adduzione al gestore unico ma tuttavia usufruiscono di forniture di acqua all’ingrosso presso il gestore Acea Ato 2 S.p.A”.

ARCINAZZO E TREVI – Nel Consorzio Recupero Ecologico Altipiani (Co.R.Ec.Alt.), invece, “Gli impianti e le attività inerenti alla fognatura saranno trasferiti dopo il completamento dell’adeguamento, attualmente in corso a cura del Consorzio, degli impianti alla normativa vigente”.

I COMUNI INADEMPIENTI – “I Comuni di Agosta, Arsoli, Canale Monterano, Capena, Civitavecchia, Ladispoli, Marano Equo e Roviano hanno presentato ricorso al TAR per l’annullamento della nota n. 141497 della Regione Lazio. Il TAR con sentenza n. 5879 del 18 maggio 2016 ha confermato la piena legittimità degli atti assunti dalla Regione Lazio con la nota n. 141497 finalizzati all’esercizio dei poteri sostitutivi in caso di mancanza di adempimento al trasferimento del SII al Gestore unico.

Inoltre la sentenza n. 2320 del 16 maggio 2017 del Consiglio di Stato ha rigettato l’appello proposto dai Comuni di Agosta, Arsoli, Canale Monterano, Civitavecchia, Ladispoli, Marano Equo e Roviano avverso la sentenza n. 5879 con la quale il TAR aveva rigettato la domanda di annullamento della diffida regionale alla consegna delle infrastrutture idriche al Gestore del SII.

Per la revoca di questa ultima sentenza hanno presentato ricorso cinque degli originari appellanti ovvero Agosta, Arsoli, Ladispoli, Marano Equo e Roviano; alla data odierna si è in attesa delle risultanze di questo ricorso. La Regione Lazio con nota n. 238121 del 24 aprile 2018, facendo seguito alla nota n. 141497 del 13 marzo 2017 e a seguito della sentenza del Consiglio di Stato n. 2320 del 16 maggio 2017 che ha ribadito l’obbligo dei Comuni di adesione alla gestione unica, ha invitato i Comuni ad avviare le procedure per il trasferimento delle opere afferenti al SII al Gestore unico dell’ATO. In assenza di un riscontro in merito all’ottemperanza degli obblighi relativi al trasferimento del SII la Regione avvierà le procedure per l’applicazione dei poteri sostitutivi”.

CANTERANO E ROCCA CANTERANO – “Ad oggi la rete fognaria di questi due Comuni non è stata ancora trasferita” ad Acea. Mentre “il depuratore intercomunale di Ciciliano, destinato al servizio dei Comuni di Cerreto Laziale, Ciciliano, Gerano e Pisoniano, è stato realizzato dalla Provincia di Roma ma non ancora consegnato. Acea Ato 2 sta realizzando degli interventi di riabilitazione sul depuratore e sulla fognatura ad esso afferente che, una volta realizzati, consentiranno il completamento della presa in carico dei servizi di questi Comuni”. A Jenne, invece, “Acea Ato 2 deve completare la messa in esercizio del depuratore Costa del Fiume”. A Saracinesco, infine, “la Provincia di Roma ha realizzato il depuratore di Saracinesco che non è ancora entrato in funzione. Acea Ato 2 si è impegnata a realizzare gli interventi necessari per regolarizzare la situazione”.

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L'Aniene

Periodico d'informazione della Valle dell'Aniene