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Caro-pedaggi A24, Toninelli chiede ai sindaci di “evitare proteste: stiamo rinegoziando il Pef”

Sospesa la manifestazione di protesta dei 113 sindaci di Lazio e Abruzzo indetta per il 31 ottobre e minacciata per il 13 novembre dopo la risposta interlocutoria del ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli. L’esponente pentastellato ha infatti assicurato che è “in corso la rinegoziazione del Piano economico finanziario con Strada dei Parchi. Sono quindi a chiedere che le istituzioni locali si pongano dalla parte di quelle nazionali, in particolare evitando di minacciare iniziative di protesta”. Però manca poco più di un mese al termine di quella che la società concessionaria definisce solo come una “momentanea sospensione degli aumenti tariffari, pari al 12,89%, disposti con decreto interministeriale del 29/12/2017 ed entrati in vigore dal 1 gennaio 2018. Concertata con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la sospensione, che durerà fino al 31 dicembre 2018, è suggerita dall’ascolto delle esigenze dell’utenza verso cui Strada dei Parchi è sempre stata sensibile”. Solo una magnanima concessione della concessionaria, dunque, secondo la società del Gruppo Toto la quale tiene, infatti, a “ricordare che solo con l’approvazione del nuovo Piano economico e finanziario (PEF), atteso da anni, previsto dalla Legge 228 del 2012, si potranno definire per il futuro pedaggi maggiormente attenti alle attese degli utenti e la realizzazione degli importanti interventi di messa in sicurezza antisismica di A24 e A25”.

RISCHIO +25% –
La sottolineatura della società concessionaria sulla “momentanea sospensione degli aumenti tariffari”, con la conferma subordinata “solo con l’approvazione del nuovo Pef” rilancia però i timori per il prossimo anno, già paventati dalla Cgil di Roma e Lazio: “Il rischio infatti è che a partire dal prossimo gennaio non solo vengano ripristinate le tariffe del 2018 ma che queste vengano ulteriormente aumentate per un rincaro totale pari al 25%”, avverte il sindacato. I 113 sindaci di Lazio e Abruzzo tornano quindi a chiedere “la declassificazione del tratto urbano della A24 che va dalla barriera di Roma Est fino all’intersezione con la Tangenziale Est nonché la declassificazione da tratto montano a non montano di numerosi tratti della A24/A25: l’accoglimento di dette richieste dovrà comportare necessariamente ed automaticamente un’ulteriore riduzione dei pedaggi autostradali oggi “falsati” da situazioni non veritiere”.

+43,3% DELL’A1 –
Secondo la concessione vigente, infatti, si applica la “tariffa di montagna” sugli interi tratti autostradali: A24 Roma-L’Aquila-Teramo, “Pianura km 0 – Montagna km. 159,3”, compresi gli 11 del pianeggiante tratto urbano romano. Così come l’A25 Torano-Pescara: “Pianura km 0 – Montagna km 114,9”. Ma, con questa “tariffa di montagna” l’automobilista non ci guadagna: paga il 43,3% in più di pedaggio rispetto a chi transita sull’A1. Per lo stesso tragitto di 41 km, chi parte da Guidonia Montecelio (105 metri sul livello del mare) e raggiunge lo svincolo di Ponzano Romano-Monte Soratte (205 metri) sull’A1 paga 3 euro. Mentre chi imbocca il casello di Vicovaro (300 metri) sull’A24 e raggiunge la barriera di Roma Est (20 metri), paga 4 euro e 30 centesimi (fino all’altro ieri erano 4,90). Perché, nonostante la momentanea retromarcia sull’ultimo rincaro del 12,89%, restano però gli aumenti dei precedenti 14 anni di privatizzazione dell’A24 e A25, che hanno fatto aumentare complessivamente i costi dei pedaggi del 187%. Il Comune di Guidonia ha approvato all’unanimità la petizione lanciata dal Centro Agroalimentare di Roma alla Regione Lazio: “Sono i pedaggi più onerosi d’Italia: devono ridurli”. Ma il presidente Zingaretti, che nel gennaio scorso annunciò “agevolazioni tariffarie per i pendolari”, continua a tacere da 11 mesi.

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L'Aniene

Periodico d'informazione della Valle dell'Aniene