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Rocca Cencia, futuro da riciclo materassi? Saranno gestite le “emissioni odorigene”

Il business dei materassi riciclati a Rocca Cencia? L’assessorato all’Ambiente del Campidoglio ha inviato un emissario a Prato, presso la Cormatex di Montemurlo, per studiare “le macchine per il riciclo dei materassi usati”. La “missione” presso l’azienda toscana specializzata nel settore tessile è, infatti, servita per “studiare il funzionamento della macchine per il riciclo dei materiali estratti dai materassi usati”, si legge nella determina firmata dal direttore del Dipartimento Ambiente, Rosalba Matassa. E, in effetti, di materassi usati a Roma ce ne sono moltissimi, “diverse migliaia”, come quantificano gli stessi addetti dell’Ama che, sempre più spesso, li trovano accatastati vicino ai cassonetti. L’intenzione di mutuare il progetto toscano era già stata anticipata dalla stessa assessora all’Ambiente, Pinuccia Montanari, in un’intervista rilasciata al Corriere della sera nel luglio scorso: “Penso a riciclo e riuso di materassi e pannolini”. E adesso, dopo aver visto da vicino come funzionano le macchine per materassi di Prato, il Campidoglio può dunque passare all’azione: “L’operazione può andare in porto entro 6 mesi”, prevedono al Dipartimento Ambiente. I nuovi impianti di lavorazione, ispirati ai sistemi della Cormatex, dovrebbero nascere proprio all’interno dei Tmb, Salario e Rocca Cencia.

LE EMISSIONI ODORIGENE –
Un’altra novità, annunciata dai microfoni di Radio Roma Capitale sempre dall’assessora Montanari, attiene invece ad “un progetto, che riguarderà sia Rocca Cencia e Salario che prevede la sperimentazione di una piattaforma per la gestione delle emissioni odorigene. Gli stessi cittadini, tramite app potranno segnalare ed essere costantemente aggiornati sugli odori, in modo che vengano stabilite anche le fonti di queste emissioni. Lo stiamo facendo – ha continuato la Montanari- con gli istituti italiani più avanzati perché vogliamo porre fine a questa situazione: vogliamo aver dati oggettivi e certificati da enti statali e di ricerca per avere elementi che valutino le situazioni. Tuttavia c’è da dire che chi ha pianificato l’impianto in un contesto urbanistico ha fatto una scelta sbagliata. Ora noi cerchiamo di rimediare con queste soluzioni, ma la vera risposta sarà raggiungere il 70% di differenziata, realizzare le fabbriche dei materiali e impiantistiche per l’organico che escludano l’emissioni di odori”.