Rischio-blocco dei servizi di igiene urbana a Olevano Romano. La minaccia arriva dai dipendenti dell’azienda regionale Lazio Ambiente, appaltatrice del servizio comunale, a causa degli ennesimi ritardi nei pagamenti degli stipendi, con annesso esposto inviato alla Corte dei Conti. Anche perché l’azienda ha chiuso, ancora una volta, in rosso il bilancio: una “perdita di esercizio maturata dalla società Lazio Ambiente al 31 dicembre 2017 pari ad euro 6.508.681”. L’amministratore unico della società regionale, Gregorio Narda, ha evidenziato che “le perdite reiterate della società hanno origine principalmente a causa dei seguenti fattori: rigidità dei costi fissi, soprattutto del lavoro; mancati ricavi del centro di costo “termovalorizzazione” a causa del fermo dell’impianto per i lavori di revamping finanziati dal socio unico attraverso l’aumento di capitale e mancati pagamenti da parte dei comuni serviti dall’azienda per il servizio raccolta”.
I COMUNI MOROSI – Nel marzo scorso “la società Lazio Ambiente, ha trasmesso l’elenco dei crediti certi, liquidi ed esigibili, alla data del 12 ottobre 2017, che risultano essere pari a complessivi euro 14.099.851,78, così suddivisi: Artena, euro 3.628.956; Capranica Prenestina, euro 35.750; Carpineto Romano, euro 326.031; Colleferro, euro 1.990.814; Colonna, euro 569.911; Fiuggi, euro 2.222.273; Frascati, euro 1.005.942; Gavignano, euro 106.375; Genazzano, euro 248.907; Gorga, euro 46.645; Labico, euro 1.016.535; Montelanico, euro 92.066; Nemi, euro 101.848; Olevano Romano, euro 343.278; San Vito Romano, euro 178.997; Segni, euro 760.341; Subiaco, euro 455.933; Trevi nel Lazio, euro 332.391; Valmontone, euro 636.850”.
L’ESPOSTO ALLA CORTE DEI CONTI – “E’ ormai nota la problematica che si manifesta ogni mese, da un anno ormai, dei ritardi nelle corresponsione degli stipendi, problematica che interessa i quasi 400 lavoratori di Lazio Ambiente, società 100% di proprietà della Regione Lazio- scrivono le RSU Servizi Ambientali Lazio Ambiente S.p.A- Lo stesso Amministratore Unico ha recentemente dichiarato i ritardi nei pagamenti, oltre che degli stipendi delle cessioni di credito (o cessione del quinto) e quote sindacali che sono ferme a febbraio 2018, dei contributi INPS che sono fermi Aprile 2018, dei contributi PEGASO che sono fermi a Gennaio 2018 e dei contributi PREVIAMBIENTE che sono fermi a Gennaio 2018, problemi sul FIS (fondo di integrazione salariale), cessioni del quinto non versate, problemi nei contributi pensionistici. Si aggiunga a questo la preoccupazione per le situazioni di mancata sicurezza degli automezzi in quanto ormai scarsamente manutenuti a causa dei ritardi dei pagamenti nei fornitori, tra cui officine di manutenzione e gommisti. Molti fornitori esercitano pressioni all’Azienda minacciando il blocco di forniture sensibili (carburante, noleggio automezzi, riparazioni meccaniche). E’ spesso accaduto, infatti, che i fornitori degli automezzi in noleggio abbiano bloccato e/o minacciato di bloccare l’utilizzo degli stessi attraverso i sistemi di controllo di blocco motori. Queste pressioni hanno fatto sì che venissero loro corrisposte alcune fatture scadute, lasciando spesso in sofferenza i lavoratori. Non è più tollerabile quanto accade e soprattutto non è più sostenibile il silenzio sulla sorte di 400 famiglie visto che i servizi di igiene urbana sono sempre stati puntualmente resi, e in taluni casi perfino potenziati e con aggiunta di servizi fuori contratto. Si è già comunicato tra l’altro la diffida all’azienda di produrre ulteriori spese e acquisti non strettamente correlati alla ordinaria amministrazione. Si diffida inoltre a non procedere ad alcuna forma di pagamento a terzi se prima non si è soddisfatto il pagamento degli stipendi arretrati e di tutta la parte contributiva spettante ai Lavoratori”.