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Buche, ora “Raptor” le passa ai Raggi X Il monitoraggio al via dalla Prenestina

Dopo la macchina tappa-buche e l’asfalto magico, poi rivelatosi tutt’altro che tale, è la volta di “Raptor”. Un dispositivo che “acquisisce in maniera continua le caratteristiche, strutturali e funzionali della pavimentazione”. Il monitoraggio delle buche è partito da via Prenestina e la tangenziale est.  La sofisticata apparecchiatura, studiata e realizzata dalla Dynatest in collaborazione con l’Università di Pisa e l’Università Tecnica della Danimarca (con la supervisione delle città di Firenze e Copenaghen) passerà l’asfalto di Roma ai raggi x e dovrebbe essere in grado di intervenire prima che si formino buche e voragini. Grazie all’ausilio di questa tecnologia si acquisisce in maniera continua le caratteristiche, strutturali e funzionali della pavimentazione stradale. “In base ai dati rilevati è possibile programmare e progettare con accuratezza gli interventi di manutenzione, incrementando sicurezza delle strade, efficienza degli investimenti ed ottimizzazione delle risorse disponibili”. Il Campidoglio spera nell’arrivo di 50 milioni per le riparazioni. L’apparecchiatura sviluppata è inoltre in grado di analizzare la rete stradale muovendosi alla velocità del traffico ed effettuando screening senza la necessità di chiudere i tratti interessati, di conseguenza senza disturbo alla circolazione. Secondo il Campidoglio la campagna di rilievo su Via Prenestina e sulla Tangenziale est metterà a disposizione dei tecnici del Dipartimento SIMU (Lavori Pubblici) vari dati ed una dettagliata analisi che consentiranno di ottimizzare la progettazione degli interventi di manutenzione su queste importanti arterie. Sulla questione, presa in carico da Palazzo Senatorio, è intervenuta direttamente l’assessore alle Infrastrutture Margherita Gatta: “l’approccio di nuove tecnologie in un Dipartimento come quello delle Infrastrutture è il primo passo obbligato se si vuole davvero cambiare il volto della città in maniera incisiva. Noi amministratori abbiamo l’obbligo di far recuperare a Roma il gap di molti anni di immobilismo e ci stiamo impegnando, in ogni settore, nella ricerca e nell’applicazione di metodologie all’avanguardia”. Ma la sindaca Virginia Raggi avverte: “Da stime effettuate dal nostro Dipartimento ai lavori pubblici, per sistemarle tutte servirebbero 250 milioni di euro per 5 anni, quindi oltre 1 miliardo. Al momento non ce li ho. Stiamo lavorando tantissimo sulla questione delle strade ora pian piano questa macchina è partita e a ciclo continuo ripariamo strade”. Intanto continua l’iniziativa di Graziella Viviano, la madre di Elena Aubry, la ragazza morta in motorino su via Ostiense lo scorso 6 maggio dopo essere finita contro un guard rail in moto a causa di una buca. L’associazione “Tappami” ha accolto l’idea di Graziella cominciando a segnare di giallo e tappare le buche sulle strade di Roma con l’aiuto di molti cittadini e tassisti che denunciano il problema.

 

 

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L'Aniene

Periodico d'informazione della Valle dell'Aniene