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“Prendi questa mano, Zingaretti”: Leu determinante per il bis del governatore

“Prendi questa mano, Zingaretti…”. Parafrasando la canzone di Iva Zanicchi, Liberi e Uguali, la lista di sinistra capitanata da Piero Grasso, ha dato la mano determinante per la rielezione di Nicola Zingaretti a presidente della Regione Lazio. Un bis strappato per appena 54 mila voti di differenza da Stefano Parisi, il competitor scelto con ritardo dal centrodestra, che ha preso l’1,75% di voti in meno del governatore. Il quale ha raccolto meno di un terzo dei voti (il 32,92%), ben lontano da quel 40,65% del 2013: un crollo del 7,73% in meno (e 311 mila voti perduti) che gli è costato la mancanza del raggiungimento della maggioranza in Consiglio regionale, con 24 scranni per la sua coalizione contro i 26 della minoranza. Un’anatra zoppa che rischia di compromettere la rielezione, resa possibile soltanto grazie agli 88 mila voti di Liberi e Uguali (oltre ai 151.476 voti, pari al 4,89% di Sergio Pirozzi, che hanno diviso il fronte di centrodestra). E proprio al sindaco di Amatrice ora guarda Zingaretti per avere una stampella nell’emiciclo della Pisana. “Tra noi non potrà mai esserci una convergenza a 360 gradi, ma valuteremo punto su punto, andremo a vedere quale sarà il suo programma”, ha risposto non chiudendo la porta Pirozzi. Ma Zingaretti pare guardare già oltre: “Fisserò quattro punti: rifiuti, sanità, fiscalità e sviluppo economico. Se ci stanno, bene”. Altrimenti? “Non sono attaccato alla poltrona. Arriverei più libero al congresso del Pd”, ha risposto nell’intervista con la quale ha annunciato la sua candidatura alla poltrona lasciata libera dalle dimissioni di Matteo Renzi.

GLI ELETTI DELLA VALLE – “Grazie alle tantissime elettrici e agli elettori per la fiducia che mi hanno nuovamente accordato consentendo la mia rielezione nel Consiglio Regionale del Lazio a fianco del Presidente Zingaretti. Il mio impegno è di continuare il lavoro avviato nella scorsa legislatura con ancora più slancio e passione nell’interesse delle nostre comunità”, ha detto l’ex sindaco di Tivoli, Marco Vincenzi. L’ex capogruppo regionale del Pd ha totalizzato 7.441 preferenze, il più votato dai tiburtini con 2mila consensi personali. Un’altra consigliera tiburtina eletta tra gli scranni della minoranza per Forza Italia: Laura Cartaginese, più di 1000 voti a Tivoli, con 5.951 complessivi in coppia col più votato degli azzurri Adriano Palozzi.

I BOCCIATI – Ma, proprio dalle fila di Liberi e Uguali, ci sono due bocciati eccellenti: l’ex deputata di Cineto Romano, Monica Gregori, che era la capolista, e l’ex assessore provinciale di Zingaretti, il tiburtino Ezio Paluzzi. Gregori non ha sfondato neanche nel suo Comune, raccogliendo solo il 18,73%. Altro escluso eccellente è poi il presidente della Comunità Montana dell’Aniene, Luciano Romanzi, che nella sua Licenza ha ottenuto il 32,41%. Ma la lista “Insieme”, che univa il Partito socialista con prodiani e Verdi, è rimasta proprio fuori dal Consiglio regionale, come la “Civica popolare” dell’ex ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, che a Jenne ha ottenuto il suo massimo: il 41%.

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L'Aniene

Periodico d'informazione della Valle dell'Aniene