“Sento di dover ringraziare di cuore tutti coloro che ho incontrato in questo percorso, nelle varie tappe che hanno composto questo cammino dalla Valle dell’Aniene alla provincia di Roma, da Rieti a Guidonia, da Amatrice a Tivoli, da Monterotondo a Cittaducale… senza i vostri sorrisi, il vostro supporto e le vostre strette di mano tutto ciò non sarebbe stato possibile”. Così il leghista viterbese, Umberto Fusco, ha ringraziato il collegio Rieti-Guidonia per l’elezione a senatore. Una vittoria raggiunta col 38,08%, oltre 3 punti percentuali e quasi diecimila voti in più della candidata pentastellata Sonia Santarelli, l’imprenditrice di Amatrice che si è fermata al 34,71%: “94.082 voti non sono stati sufficienti per ottenere il seggio, rappresentano, comunque un grande riconoscimento”. Ma la vera notizia è il tracollo del senatore uscente Carlo Lucherini, che è stato doppiato da Fusco, visto che l’ex sindaco pd di Monterotondo non è andato oltre il 19.19%.
CESA A CASA – Un altro grande escluso è il segretario dell’Udc, il ponzese Lorenzo Cesa. L’eurodeputato è stato battuto dalla candidata pentastellata nel collegio uninominale di Nola, in Campania, 47,99% contro il suo 34,31%. Ma anche in casa sua, ad Arcinazzo Romano, il partito di Cesa ha raccolto appena il 5,87%, mentre nel Lazio lo scudocrociato ha raggiunto cifre da prefisso telefonico: 0,69%. Per Cesa è una débâcle. Noi con l’Italia, il raggruppamento che ha contribuito e formare, s’è fermato a meno di mezzo milioni di voti: 1,3% alla Camera, 1,2% al Senato. Prova a giustificare: «Credevamo fossero di più ma i nostri collegi sono prevalentemente al Sud dove il M5s ha avuto uno straordinario successo». Assai magro il bottino: nessun eletto nei collegi plurinominali, premio di consolazione sono gli otto che passano nei collegi uninominali ma solo grazie all’ospitalità offerta da Forza Italia-Lega: Antonio Saccone e Paola Binetti nel Lazio.
