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Trasporti, il Dossier Pendolaria di Legambiente accusa: “Termini-Giardinetti abbandonata senza interscambi”

“Termini-Giardinetti abbandonata senza interscambi”. L’accusa arriva dall’ultimo Dossier Pendolaria, presentato il 17 gennaio. Il rapporto sui mezzi di trasporto pubblici stilato da Legambiente Lazio, rincara la dose: “La cura del ferro a Roma non c’è, nessun progetto di nuove metro e i tram più vecchi d’Italia”. Il Lazio è la seconda regione italiana per numero di pendolari pari a 540.000 al giorno, il 19% del totale, e si viaggia su 1.526 convogli. Per i 102 treni metropolitani che il servizio regionale fa passare a Roma, con una media di 8,8 anni (12,7 il dato nazionale), solo il 10,5% con più di 15 anni (il 31,6% in Italia). Per migliorare il servizio regionale, Legambiente ricorda gli investimenti e le proposte a volte anche finanziate come il raddoppio dei binari delle linee FL a binario unico, il raddoppio Roma (Campoleone)-Nettuno, il quadruplicamento della tratta Capannelle-Ciampino. Ma l’età media dei treni del Lazio è oggi di 17,7 anni (16,8 la media nazionale) anche se sono solo il 27,5% i treni con più di 15 anni (il 41,7% in Italia). “Ora vanno impiegate risorse e progetti per potenziare tutta la rete su ferro principalmente con il raddoppio delle tratte a binario unico, la cura del ferro deve continuare così. Purtroppo alcuna cura del ferro è invece in atto a Roma, dove i fondi ministeriali appena erogati miglioreranno le metro esistenti ma il comune non sta progettando niente oltre quello che già c’è, invece deve essere prioritario il prolungamento di tutte le linee oltre il GRA così come proseguire con la C ben oltre San Giovanni e Colosseo. A sancire il disastro nella capitale, c’è il gravissimo abbandono della Roma Lido da parte dei viaggiatori, la linea che abbiamo tante volte descritto come la peggiore d’Italia e che oggi le persone, evidentemente, non vogliono più prendere preferendo l’auto privata”, commenta Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio. Il quale punta l’indice anche contro “l’abbandono della pessima Roma-Lido da parte dell’utenza, sulla tratta crolla di oltre il 31% il numero di viaggiatori al giorno che scendono a 55.000 nel 2016 dagli 80.000 dell’anno precedente. Continuano poi a non esservi notizie positive sul fronte della Roma Nord Viterbo, dei tram, della Termini-Giardinetti abbandonata senza interscambi. Le indecenti Metro romane non stanno andando da nessuna parte e per la C non si ha alcuna certezza sui tempi di apertura a Colosseo tantomeno sul proseguimento, eppure è proprio per le metro che la capitale è carente: a Napoli il numero di utenti delle metro è lo stesso di quello dei mezzi di superficie, a Milano sono addirittura il doppio gli utenti delle metro rispetto a quelli di altri mezzi, a Roma, rispetto a quelli che usano bus e tram di ATAC, sono appena un terzo gli utenti delle metropolitane, peraltro in condizioni di viaggio allucinanti. Nella capitale neanche i progetti sulla rete ferroviaria come il completamento dell’anello ferroviario, la realizzazione di nuove linee tram, la Stazione di scambio Pigneto (FL1, FL3, FL4, FL6, Metro C) vedono luce. I tram di Roma sono poi pochi, appena 164 (a Milano sono 493 e a Torino 200) e sono anche i più vecchi d’Italia, il 100% ha più di 15 anni (il 4% a Milano, il 76% a Torino e il 30% la media nazionale dei tram con oltre 15 anni)”.

ATAC – Il 23 gennaio intanto è arrivato il via libera dell’assemblea capitolina al Cda di Atac, la municipalizzata dei trasporti con oltre 1 miliardo e 400 milioni di debiti, per la presentazione in tribunale del piano industriale e del piano economico-finanziario. Il voto al fotofinish, a due giorni dalla consegna del plico al giudice fallimentare, è arrivato al termine di una giornata scandita dalle polemiche. Il nuovo piano industriale di Atac “prevede l’assunzione di 623 autisti a partire dal 2019, a fronte di 207 uscite, con un saldo netto di 416 risorse”. Però agli autisti e operai dell’Atac toccherà lavorare di più (la produttività deve crescere «almeno del 10%»), per fare cassa forse andranno aumentate le tariffe delle strisce blu e devono essere venduti come minimo 100 milioni di biglietti l’anno contro i 92 milioni staccati nel 2016. Ecco le linee guida del piano industriale che la società dei trasporti ha spedito alla giunta di Virginia Raggi.

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Periodico d'informazione della Valle dell'Aniene