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Ma il sito archeologico “rilancia”: dal 22 aprirà alle visite il “Serapeo”

Anche per consolarsi dall’uscita dalla top-30 nazionale, Villa Adriana “rilancia”: da venerdì 22 aprirà ai visitatori il luogo per eccellenza della mondanità imperiale: il Serapeo. Un gigante, rimasto quasi sempre inaccessibile per motivi di sicurezza, questo complesso monumentale è stato concepito per magnificare i banchetti esclusivi dell’imperatore incorniciati da giochi d’acqua nel cuore della villa-città di Adriano (II secolo d.C.), tra le acque placide del Canopo. Un vero labirinto che all’interno svela persino la latrina imperiale di Adriano, conducendo alla ciclopica aula del triclinio dell’imperatore. Dalla volta piovevano ad arte cascate, che riempivano piscine e alimentavano canali nascosti. Gli stessi canali che riemergevano nella zona del triclinio destinato agli ospiti illustri, visibile sulla facciata concava. Gli schiavi vi attingevano per lavare i piedi dei convitati che si accomodavano sul letto curvilineo, mentre sulle grandi vasche centrali galleggiavano scenografici piatti a forma di navi carichi di ogni delizia gastronomica. Anche il nuovo percorso di visita regala scenari inediti. Dalle scale originali del monumento, tra mosaici e intonaci, si conquista il Belvedere che domina dall’alto tutto il virtuosismo ingegneristico del monumento, con il sistema di canali alimentati dall’acquedotto.

UNESCO – Il sito archeologico, patrimonio Unesco dal 1999, festeggia anche il suo ventennale con l’iscrizione nella lista dei beni culturali sottoposti a protezione rafforzata in caso di conflitto armato, prevista dal II Protocollo del 1999 della convenzione UNESCO dell’Aja del 1954. La decisione in merito all’iscrizione è stata presa durante i lavori del XIII Comitato per la protezione dei beni in caso di conflitto armato, che si è svolto a Parigi presso la sede dell’Unesco il 6 e 7 dicembre 2018. Nella medesima lista sono stati inseriti la Biblioteca Nazionale di Firenze, il Monastero di Geghard e Alta Valle dell’Azat in Armenia e la villa Tugehghat nella Repubblica Ceca.

L’iscrizione nella lista comporta l’immunità: in caso di conflitto armato i siti debitamente contrassegnati con lo scudo blu della Convenzione non possono essere oggetto di attacchi né essere utilizzati per fini militari. “Il riconoscimento dell’immunità – commenta il direttore dell’Istituto Villa Adriana e Villa d’Este, Andrea Bruciati – è significativo dell’enorme importanza che il nostro patrimonio riveste e del suo profondo valore simbolico. Si tratta per noi, che viviamo un’epoca e un contesto geografico di relativa tranquillità, di un’occasione per ribadire i valori della pace e della convivenza civile, ricordando come la guerra, oltre a mietere vittime talora inermi, produca spesso un ulteriore male, la distruzione della memoria e della storia, patrimonio non dei singoli popoli, ma dell’umanità intera”.