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La Tiburtina-Valeria di Ignazio Silone: “La Piccola Patria subito dopo Arsoli”

Il quotidiano “Il Giornale” ha ripubblicato nei giorni scorsi un vecchio articolo dello scrittore Ignazio Silone. Una appassionata descrizione di un viaggio sulle tracce di cavalieri medievali e di greggi dalla lana preziosa. Ecco cosa scriveva l’autore del celebre romanzo “Fontamara”, nato a Pescina: “Permettetemi di condurvi nella contrada che meglio conosco, la Marsica, in cui i superstiti caratteri di «piccola patria» autonoma sono più riconoscibili che altrove. Chi da Roma prende la via Tiburtina-Valeria, oltrepassa il confine amministrativo tra il Lazio e l’Abruzzo inavvertitamente, subito dopo Arsoli. La vecchia Carsoli, dominata dai ruderi d’un castello e dal boscoso monte Fontecellese, è già Marsica per una certa vicenda di storia locale, ma non per altro. Subito dopo Carsoli, la strada comincia a salire con svolte e risvolte sempre più ripide, e il paesaggio muta rapidamente, si fa arido e brullo. Qualche chilometro più in su, arrivando a Colli di Monte Bove, si ha la netta impressione dell’approssimarsi d’una frontiera. Colli è un paesetto grigio, perfettamente mimetizzato col calcare della roccia su cui è costruito. Proseguendo ancora per alcune centinaia di metri, si arriva alla sommità del valico, con una casa cantoniera che ha l’aspetto preciso d’una casermetta della dogana. Nessuno tuttavia vi chiederà il passaporto. Di lì guardo lo spazio molto lontano sul versante marso, dominato dalla imponente mole grigio-azzurra del Velino”.

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L'Aniene

Periodico d'informazione della Valle dell'Aniene