Per il Giudice per le indagini preliminari c’è “l’insussistenza del reato di corruzione elettorale” che era stato ipotizzato nell’inchiesta aperta a Subiaco sull’affidamento del servizio di assistenza educativo culturale (Aec) agli alunni disabili nelle scuole. Dopo la camera di consiglio del 15 dicembre presso il Tribunale di Tivoli, infatti, è stata respinta dunque l’opposizione, formulata dalle parti offese, alla richiesta di archiviazione dell’inchiesta, avanzata dalla stessa Procura della Repubblica che nel 2016 aveva aperto l’indagine con l’ipotesi di reato di corruzione elettorale. Per il sostituto procuratore che ha coordinato le indagini, infatti, “a seguito degli accertamenti svolti deve ritenersi non sussistente il fatto” ipotizzato a carico del sindaco Francesco Pelliccia, dell’ex assessore ai servizi sociali, del segretario comunale e della coordinatrice del servizio Aec. Perché, secondo le conclusioni del pm, “non sussistono elementi che provino che, negli incontri avuti” tra gli amministratori e la coordinatrice della cooperativa, “gli stessi comunicassero quanto poi riportato da quest’ultima nel messaggio alle altre dipendenti e che promettessero, quindi, la ripetizione dell’affidamento del servizio a fronte del voto espresso”. E il Gip, Sabina Lencioni, “condivide pienamente la valutazione operata dal Pm”.
L’INDAGINE SUL MESSAGGINO – L’inchiesta era scattata dopo un messaggio inviato dalla coordinatrice della cooperativa il 31 maggio 2016, tramite il sistema di messaggistica whatsapp, a tutte le assistenti educative che lavorano nelle scuole: “cmq la questione è prettamente politica in vista delle comunali se il 5 giugno vincerà di nuovo il sindaco attuale anche prox anno il servizio sarà gestito dalla coop nuovi orizzonti sociali altrimenti in balia degli eventi quindi nuovo bando e quanto altro. così mi ha riferito l’assessore ai servizi sociali uscente”. Dopo la rielezione di Pelliccia il Comune ha riaffidato il servizio Aec alla cooperativa. E proprio in seguito a questo affidamento diretto è stato presentato un esposto denuncia alla Procura di Tivoli da parte dei consiglieri comunali di minoranza Matteo Berteletti, Emanuele Rocchi e Gianfranco Trombetta. I quali ora tengono a ribadire che la loro “denuncia alla Procura della Repubblica di Tivoli, é bene ricordarlo, fu sporta contro ignoti. Nella documentazione messa a disposizione della Procura, due documenti in particolare, furono presi in esame, il primo furono le considerazioni degli inquirenti che, a seguito della conclusione delle indagini, dichiaravano testualmente: “L’attività d’indagine posta in essere, permetteva pertanto di confermare, in via preliminare, la veridicità di quanto lamentato nella denuncia in relazione al presunto episodio di corruzione elettorale. Dagli atti d’indagine, inoltre, è emerso che l’accordo elettorale ha avuto esecuzione attraverso la determina del Segretario Generale n. 179 dell’08.09.2016 (allegata alla denuncia), con la quale si rinnovava l’affidamento del servizio in assenza della prescritta procedura ad evidenza pubblica. Si deve quindi ritenere configurabile altresì il delitto di cui all’art. 353 c.p., sub specie di accordo (elettorale) finalizzato ad impedire la celebrazione di una gara ad evidenza pubblica imposta dalla vigente legislazione di settore”. “Il secondo documento, del Tribunale del Riesame di Roma citava:
“..anche laddove la scelta di procedere alla ripetizione dei servizi fosse formalmente lecita, non verrebbe meno l ’illiceità della utilità promessa ed in seguito effettivamente riconosciuta” e “In ogni caso si evidenzia come l’esercizio del potere discrezionale sia di fatto sfociato in un provvedimento (delibera n. 179 del 08/09/2016) che appare viziato e non conforme alla legge”.
Semplicemente sulla scorta di questi elementi di forte evidenza, i consiglieri proposero opposizione al decreto di archiviazione, nessun intento persecutorio “ad personam” quindi, ma solo ricerca di verità, trasparenza e giustizia”.